Questa è una storia che non ha bisogno di parole perché si nutre di immagini, evidenze, forme e segni. Una storia che non richiede un racconto, perché condensa in un solo attimo, in un solo scatto la forza dei suoi spazi, i paesi del Cilento e l’intensità del suo tempo.
Sui volti di questi splendidi centenari scorrono, rapidi e simultanei, i lasciti di una vita fatta di orti, di cortili interni, di stanze comunicanti, segnata da lacrime e sudore, pervasa da un vivere essenziale.
Rughe nodose come le venature di ulivi secolari, sospesi tra natura e fatica.
Sguardi vitrei che sanno ancora sprigionare speranza e tenerezza, parlando con gli alfabeti di una semplicità ormai smarrita.
Mani che cercano, impugnano, salutano, accolgono, pregano.
Visi di infanzie mai sopite di giovinezze risvegliate da un semplice canto di nenia, da un odore, da un fucile sprazzo di esistenza.
Anime di un Amato, Amaro Sud che nel passato serba le cifre più autentiche della sua infinita bellezza.
Volti austeri e fieri, padri e testimoni dell’identità che tutt’oggi ci appartiene e meravigliosamente ci rende protagonisti di una storia unica.
Ecco allora, la storia di un incredibile connubio uomo- territorio: Il Cilento che serba in se una varietà di colori e scenari che ne fanno un mondo nel mondo e questi piccoli campioni di umanità, come la loro terra anch’essi umilmente ricchi, favolosi agglomerati dei tanti sapori, vivacità e pacatezza di una terra inenarrabile.